L' Italia è una democrazia giovane ma che soffre della malattia d'invecchiamento precoce nella difficoltà di un ricambio generazionale, nell'amnisia della propria cultura e della proria storia e nello scadimento di una coscienza civile.
A Destra si è sempre pensato che tuttosommato gli uomini e le donne di cultura siano solo dei rompiballe che servono solo quando c'è da dare qualche contenuto in qualche convegno o conferenza programmatica o alla vigilia di un congresso ( evento ormai relegato alla storia) per tentare di stilare nero su bianco un tentativo di spiegare il perchè dello stare insieme a Destra Non c'è politica senza idee e senza cultura. I vari Veneziani, Torriero, Perina, Buttafuoco, lo stesso De Angelis per la Destra e per FI i Martino, o, i Pera e sinceramente di nomi non me ne vengono altri sono stati messi in un cantuccio perchè tuttosommato gente pensante in Parlamento sono ritenuti solo corpi estranei e solo di disturbo. Pur essendo Berlusconi un editore di spicco, sia di carta stampata che di reti televisive, non siamo riusciti a creare un pensatoio stabile, un centro di cultura politica che attraverso un giornale di spessore che non abbia le fattezze e la qualità del Giornale di Sallusti e una , dico una , trasmissione televisiva seria di intrattenimento politica di livello che potesse, dopo vent'anni, contrastare la corrazzata Repubblica e il cacciatorpediniere Santoro e il dragamine Fazio. E se fu posto all'attenzione un nome da presentare al vaglio di Napolitano per la nomina di senatore a vita fu quello del compianto Mike Buongiorno. Con tutto il rispetto per i quiz e la pubblicità forse ci saremmo aspettati di meglio da quello che fu, o che è ancora, il primo partito d'Italia. E' francamente difficile trovare un ricercatore, un musicista, un attore, uno scienziato che possa essere orgogliosamente di destra quando , ad ogni occasione, sia a livello locale che nazionale nelle ristrettezze economiche e finanziarie si sono tagliati i fondi per la ricerca, per il teatro e la cultura in genere, per la medicina e la scienza, ma soprattutto quando autorevoli Ministri , come Tremonti, si permettono di affermare, senza che parta immediatamente un calcio negli stinchi, che con la cultura non si mangia. Questa è semmai solo e esclusivamente una visione liberista e, aggiungo, la più becera ma non certo una visione liberale che prevede necessariamente una crescita culturale dell'intera società italiana per alzare il livello del dibattito e della politica. AG